Differenti e numerosi sono gli approcci teorici ma cerchiamo di semplificare e costruire 5 macrocategorie più 1:
(1) ti senti che il tuo comportamento è guidato da motivi inconsapevoli e vuoi di conseguenza fare chiarezza sulla tua storia evolutiva? Potrebbe interessarti un approccio Psicodinamico, Psicanalitico, Analitico-Transazionale;
(2) ti senti che l’aspetto inconscio non sia rilevante ma pensi piuttosto che sia più interessante cambiare il tuo modo di pensare piuttosto che altro? Potrebbe interessarti un approccio Cognitivista;
(3) ti senti di non voler esplorare il tuo passato ma vuoi semplicemente cambiare il tuo comportamento nell’immediato, nel “qui ed ora”? Potrebbe interessarti un approccio Comportamentista o Strategico;
(4) ti senti di voler lavorare a livello delle emozioni senza concettualizzare eccessivamente? Potrebbe interessarti un approccio Gestaltico;
(5) ti senti che intendi lavorare a livello familiare e non solo in modo individuale? Potrebbe interessarti un approccio Sistemico-Relazionale.
Ti riconosci in più approcci teorici tra quelli appena elencati?
Potrebbe interessarti un approccio Integrato (ovvero un approccio che si fonda su più costrutti e modelli teorici di riferimento).
Il mio approccio, ad esempio è un approccio Integrato, che si fonda sui principi della macrocategoria dei punti (1) e (5), ovvero Psicodinamico e Sistemico-Relazionale.
L’ Assessment Collaborativo è una particolare modalità di valutazione psicologica nella quale i clienti sono coinvolti attivamente come collaboratori nell’interpretazione dei risultati dei test.
Psicoterapia
È un intervento psicologico breve (8-12 colloqui) che ha l’obiettivo di esplorare il funzionamento della personalità, portando alla luce i punti di forza e i punti critici da elaborare attraverso l’uso di test psicologici. I test sono usati in modo collaborativo, cioè coinvolgendo attivamente il cliente nel cogliere parallelismi tra quello che succede ai test e quello che accade nella propria vita, riflettendo insieme su modi alternativi di comportarsi che potrebbero risultare più utili e funzionali.
L’intervento comincia nell’aiutare il cliente a formulare delle domande su ciò che vorrebbe comprendere meglio riguardo se stesso, domande che costituiranno il focus dell’Assessment. Dopo il percorso breve basato su test e colloqui, si conclude con una “restituzione” in forma sia orale sia scritta (attraverso una lettera che si consegna al cliente) di quanto emerso durante il percorso psicologico.
Solo in alcuni casi si consiglierà di proseguire con una serie di colloqui di consulenza psicologica. La base teorica e metodologica da cui trae origine questo approccio semi strutturato è l’Assessment Terapeutico sviluppato da Stephen Finn ad Austin (Texas). Numerosi studi confermano che questo tipo di valutazione psicologica che, a differenza della valutazione psicodiagnostica tradizionale, è già una valutazione-intervento, favorisce cambiamenti positivi nei clienti.
Terapia familiare La Spezia
L’intervento può essere pensato per adulti, coppie, famiglie con bambini e famiglie con adolescenti.
L’Assessment Collaborativo è utile quando le persone sono afflitte dai problemi che non sono in grado di capire o di risolvere in altri modi.
Studio Clinico Il Baobab, La Spezia – Dott. Alessio Novarelli – Psicologo
Il bisogno umano fondamentale è quello di essere riconosciuti e compresi
Tutti abbiamo storie su noi stessi che abbiamo creato sulla base delle nostre esperienze di vita e che hanno un’importanza fondamentale nel nostro modo di vivere il mondo.
Sfortunatamente, sebbene queste storie possano essere servite in passato non sono poi così accurate e in momenti successivi possono non essersi rilevate più così utili.
Quindi , ciò che accade è che la persona sviluppa attraverso il processo di assessment, una storia più coerente, accurata, compassionevole e utile riguardo sè stessa. (Stephen E. Finn)
Che cos’è un assessment?
L’assessment è un termine inglese difficilmente traducibile connesso a “la comprensione delle caratteristiche” di una persona o di eventi che la riguardano.
Che cosa succede durante l’assessment?
Nell’assessment terapeutico, i clienti rivolgendosi allo psicoterapeuta sono invitati ad intercettare delle proprie domande, domande specifiche che ciascun cliente pone su sé stesso.
Sulla base di queste domande, si decide che test potrebbero essere utili.
Questi strumenti sono stati sottoposti ad una rigorosa valutazione per assicurarsi che siano validi a livello psicometrico e che tali punteggi standard e parametri che ne derivano abbiano una base fondata empiricamente e che quindi siano rappresentativi.
Sappiamo che un punteggio di una persona in un test mostra di lei qualcosa, che potrebbe essere però differente da ciò che significa per un’altra persona.
Mettere insieme le varie informazioni e conoscere la persona e la sua storia in modo collaborativo, permette al cliente di sviluppare consapevolezza, facilitando così il cambiamento.
L’assessment si conclude, fornendo un feedback, un riepilogo al cliente, scrivendo una lettera che spiega l’intero processo; alle domande del cliente vengono date le risposte utilizzando i risultati dei test.
Credo che ogni persona, se supportata, possa trovare i passi giusti da fare per costruire una vita migliore.
Dott. Alessio Novarelli – Progetto di Istituto – Fossati Da Passano, La Spezia
“Spesso una debolezza, un incidente, un handicap ci inducono a cercare soluzioni ai problemi che ci pongono e questo tentativo apre delle porte impreviste” Dominique Dupuy
Definizione e analisi del problema
La crescita, lo sviluppo e l’apprendimento degli studenti, sono strettamente correlati alla socializzazione, allo stare con gli altri, alle relazioni educative e al vivere esperienze in spazi e tempi pensati appositamente per loro.
Questi percorsi vissuti quotidianamente, sono stati all’improvviso interrotti a causa del COVID 19 insieme alle certezze consolidate nel tempo, ma non si è rotto il bisogno di relazioni, di continuare a vedersi e incontrarsi.
La pandemia ha stravolto ciò che prima costituiva una fonte di stabilità e sicurezza per cui tutti noi abbiamo incontrato numerose difficoltà, ma in modo particolare il mondo scolastico degli studenti, e dei docenti.
Sono sorte pertanto norme restrittive che hanno impedito la frequentazione in presenza negli istituti scolastici.
Si è creato, attraverso la DAD (didattica a distanza), un sistema che potesse mantenere, anche in questa situazione di emergenza, una continuità didattica e che ristabilisse la quotidianità scolastica.
Il nostro progetto nasce proprio come supporto psicologico per rispondere a eventuali traumi e disagi derivanti dall’emergenza anche al fine di prevenire l’insorgere di forme di disagio e di malessere psicofisico.
L’intervento pensato ha anche la necessità di poter aver seguito e collaborazione con lo sportello CIC gia presente e attivo nell’Istituto.
Lezioni a distanza, lo psicologo tra i banchi. “Ma i più fragili sono proprio i docenti”
È nato per i ragazzi, ma – complice la loro assenza dai banchi per rispettare l’obbligo alla didattica a distanza – è diventato un aiuto importante anche per i loro prof: un ausilio per far fronte all’attività quotidiana a singhiozzo fra presenza e dad e combattere contro mancanze e disagi connessi con questa condizione.
Si tratta del progetto lanciato dall’istituto Fossati-Da Passano intitolato ‘Relazioni tra docenti e studenti e relative osservazione nel periodo dell’emergenza Covid-19’, grazie a cui le due anime della scuola possono seguire un percorso di confronto con lo psicologo Alessio Novarelli.
Percorso finanziato dal Miur, che ha emesso un bando in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi per attivare progetti e sportelli d’ascolto. Quaranta ore con un ampio ventaglio di obiettivi, ripartendo dalla positiva esperienza del Cic, il Centro informazione e consulenza già attivo nell’istituto; primo fra tutti, ridurre le distanze create dalla situazione fra studenti e docenti, portare i ragazzi a riconoscere i propri bisogni e trovare le risorse per chiedere aiuto.
“La sensazione – spiega Novarelli – è quella di impotenza e isolamento, che saranno portate nella prossima esercitazione: strategia di gestione e intervento. Si sono sentiti inutili, pensano di non aver tutto il tempo e i mezzi per ascoltare i ragazzi in momenti di difficoltà, hanno avvertito difficoltà di parlare di questi aspetti e creare una relazione in dad: modalità che ha penalizzato la percezione delle emozioni a distanza. Mancano le cose basilari: anche spostarsi fra i banchi era un modo per legare e creare connessione e non può più esser fatto.
Rispetto al primo lockdown, in cui prevalevano l’incredulità, la novità e la spinta, ora si punta di più all’adattamento alla nuova sensazione”.
Il cammino proseguirà al fine di aumentare le strategie di intervento e comunicazione all’interno dei gruppi di insegnanti: ecco il pass per accrescere il senso di efficacia e rompere quello di impotenza ed isolamento.
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Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro.
Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello.
Questa tecnica è chiamata Kintsugi.
Rendere belle e preziose le “persone” che hanno sofferto, riparare e ricucire le ferite, guardare con prospettive diverse le cose che ci sono successe, questa tecnica si chiama psicoterapia.
Il dolore è parte della vita.
A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del mosaico.
Il dolore fa due cose: ti insegna, ti dice che sei vivo.
Poi passa e ti lascia cambiato.
E ti lascia più saggio, a volte.
In alcuni casi ti lascia più forte.
In entrambe le circostanze, il dolore lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro.
Dott. Alessio Novarelli – Studio di Psicologia, Psicoterapia – La Spezia
Guardare le stesse cose con occhi nuovi
La grande sfida è quella di trovare nuove regole, nuovi equilibri, pensieri nuovi, elaborare strategie, poter ricominciare a progettare con leggerezza, con tempi lenti; guardare le stesse cose con occhi nuovi e a trovare piccole soluzioni.
“La felicità non dipende da quello che ci manca ma dal buon uso di quello che abbiamo” Thomas Hardy
La grande sfida è quella di fare buon uso di quello che si ha, di quello che abbiamo, rimanendo nel presente, un invito a stare, nel presente, piuttosto che soffermarci a quello che ci manca, in ottica di passato o di futuro.
Ora più che mai, però, nel nostro presente, regna un senso di smarrimento, di sfiducia, di disorientamento, per cui appare ancora più vitale costruire legami per gestire l’imprevisto e l’incertezza.
“Bisogna apprendere a navigare in un oceano di incertezza attraverso arcipelaghi di certezza” Edgar Morin
La grande sfida è quella di avere e di poter sentire i nostri arcipelaghi di certezza, questo ci permetterà di poter utilizzare la nostra bussola che ci orienterà nell’incertezza.
I nostri arcipelaghi si formano attraverso le esperienze, le relazioni, l’ambiente e le emozioni.
“Il tempo per leggere come il tempo per amare dilata il tempo per vivere” Daniel Pennac
Non c’è nulla, al pari di un libro, in grado di fermare il tempo e dilatare la nostra vita; forse dice Pennac, solo l’amore, ha questo straordinario potere.
Apriamo i libri per vivere, ma aggiungo non solo quelli, possiamo utilizzare tutto quello che ci permette di viaggiare nel tempo, di sospenderlo o di dilatarlo, a seconda dei nostri interessi ma anche della nostra passione.
La grande sfida è quella di coltivare la nostra curiosità, che è un comportamento, un istinto, che nasce dal desiderio di sapere qualcosa e rappresenta inoltre una guida dalla quale deriva una parte della nostra motivazione.
La grande sfida è quella di continuare ad essere motivati nell’affrontare ciò che si presenterà a noi e nel trovare tutti i giorni piccole soluzioni.
Studio di Psicologia – Dott. Alessio Novarelli – Psicologo, La Spezia
Come le famiglie connettono passato, presente e futuro?
Nel quadro intitolato “I miei nonni, i miei genitori e io”, Frida Kahlo, nel 1936 dipinge la sua nascita e i componenti della sua famiglia.
La rappresentazione è quella di una bimba nuda in piedi nel patio della casa blu, in mano tiene un nastro rosso, la linea ereditaria del sangue, che sostiene il suo albero genealogico.
La riproduzione come generatività, visto non soltanto come evento biologico, ha anche come obiettivo il proseguimento della storia familiare e sociale.
La possibilità di poter accedere alle esperienze delle generazioni precedenti è un passaggio obbligato per la crescita personale di ogni individuo.
Diventa, inoltre, un obiettivo da perseguire in modo coerente in tutte quelle situazioni nelle quali problematiche di tipo individuale, di coppia o familiare richiedono un aiuto professionale per essere affrontate e superate.
Il mio intervento psicoterapeutico
Il mio intervento psicoterapeutico si avvale della ricostruzione della storia generazionale del cliente, della valutazione della personalità e della messa a fuoco di problemi da affrontare terapeuticamente.
Disturbi del comportamento alimentare, disturbi d’ansia e panico, disturbi della personalità.
L’intervento professionale, ovvero il modello Relazionale Simbolico, rappresentato emblematicamente dal quadro di Frida, proviene da una lunga e proficua ricerca in tema di legami generazionali, interpersonali e intrapersonali.
Le famiglie caratterizzate da un buon funzionamento sono in grado di collegare il presente con il loro passato e nello stesso tempo di progettare il proprio futuro.
Per questo motivo uno dei possibili strumenti impiegabili è il genogramma utile a focalizzare il nostro interesse nella relazione di coppia, con la famiglia d’origine ed il contesto socio-culturale nel quale le famiglie sviluppano la loro storia.
Lo psicologo psicoterapeuta è un professionista che, dopo l’abilitazione alla professione di psicologo, si specializza in psicoterapia attraverso una formazione post-universitaria di almeno 4 anni.
L’iscrizione all’elenco degli psicoterapeuti del proprio ordine regionale ne autorizza l’esercizio alla professione.La Legge 56/89 regola l’esercizio dell’attività psicoterapeutica, con l’art. 3:
“L’esercizio dell’attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all’articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica.
Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica”.
Lo psicologo psicoterapeuta opera per offrire ai pazienti (o clienti) un percorso di diagnosi e cura volto al superamento delle difficoltà psicologiche, siano esse più o meno gravi ed invalidanti.
Il titolo di psicoterapeuta può essere conseguito anche dai laureati in medicina (previa specializzazione presso una scuola di psicoterapia) o dai medici psichiatri.
Tratto dal sito dell’Ordine degli Psicologi della Liguria